La felicità è raggiungibile?
Con questo articolo desidero dare un contributo su questo tema, in occasione della Giornata Internazionale della Felicità, che ricorre il 20 marzo, secondo quanto stabilito nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la seguente dichiarazione del 28 giugno (fonte: Wikipedia):
« L’Assemblea Generale […], consapevole che la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, […] riconoscendo inoltre di un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone, decide di proclamare il 20 marzo la Giornata Internazionale della Felicità, invita tutti gli stati membri, le organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, e altri organismi internazionali e regionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e i singoli individui, a celebrare la ricorrenza della Giornata Internazionale della Felicità in maniera appropriata, anche attraverso attività educative di crescita della consapevolezza pubblica […] »
L’uomo da sempre ricerca la felicità, quel senso di benessere, spensieratezza, pienezza, tranquillità, serenità, gioia interiore, allegria… : ognuno può andare avanti a declinarne il significato con ulteriori parole.
E’ così densa di contenuti e profonda dal punto di vista esistenziale che l’uomo da sempre, o almeno da quando ha iniziato a sviluppare consapevolezza del suo essere al mondo, si è chiesto se sia uno stato raggiungibile.
Le risposte dipendono dalle esperienze che ogni uomo ha collezionato nel corso della sua vita.
Per molti è pura utopia, un orizzonte mai raggiungibile, cui si anela certo, ma inutilmente.
Per altri è raggiungibile, ma anche fuggevole, circoscritta a periodi temporali più o meno lunghi, ma comunque passeggeri. La quotidianità per costoro non è fatta di felicità, ma ogni tanto alcune circostanze favoriscono l’innalzamento a sensazioni particolarmente positive che possono dare un senso di felicità.
Chi vive invece esperienze positive non fatica a dichiarare possibile, se non ovvio, il raggiungimento della felicità.
In tutti i casi chiedersi se la felicità è raggiungibile è rischioso, perché pensare alla felicità come una meta significa che al momento non ci appartiene. Questo problema non si pone solo per le persone che già si sentono felici e riescono a mantenere questo loro stato.
Possiamo allora provare a pensare come ci sentiamo ora e pensare a come mantenere lo stato attuale se ne siamo soddisfatti o come apportare i dovuti cambiamenti per raggiungere nel più breve tempo possibile uno stato migliore. Così, istante dopo istante, possiamo sentire che la felicità è qui, non è sempre altrove, da ricercare chissà dove, chissà come e in che tempi. La felicità non è una cosa da cercare o che non vale la pena perdere tempo a cercare perché non esiste. La felicità è un modo di essere, di sentirsi, un atteggiamento, che possiamo far emergere e consolidare in ogni momento della nostra vita, anche se non ci si può aspettare che sia uno stato costante, perché segue le nostre emozioni, il nostro umore, in continuo mutamento: l’uomo è un essere vivente e segue dunque il flusso della vita, dunque è in continuo movimento, cambiamento, anche se a volte l’impressione è di vivere in condizioni stagnanti o in circostanze negative che non cambiano mai!
Chiedersi se la felicità sia raggiungibile insinua il dubbio che non possa esserlo, invece chiedersi come poter essere felici mette in moto il pensiero creativo partendo dal profondo, innato desiderio di stare bene, nel senso più pieno.
Allora ti invito di nuovo a chiederti, in questo istante, magari chiudendo gli occhi: come sto? Se non stai bene è il momento di fare qualcosa, non necessariamente qualcosa di grosso, ma qualcosa… Prendi in mano la tua vita e decidi che direzione vuoi dargli, anche solo per i prossimi 5 minuti. Hai bisogno di prendere aria? Di rilassarti? Di mangiare qualcosa di buono? Di sgranchirti le ossa?…. Fallo! Non sai da che parte iniziare? Chiedi aiuto! Pensi che non serve? Verificalo! Metti che ti sbagli?…
In realtà la felicità è a portata di mano, più vicina di quanto pensiamo, ma a volte siamo noi stessi, con i nostri pensieri, il nostro atteggiamento, le nostre convinzioni, che la teniamo lontana o che ci allontaniamo sempre più da lei, fino a non rivolgerle più attenzione, fino a farne a meno.
E’ il momento di cambiare opinioni! Può non essere facile, ma ne vale la pena! Noi siamo come una casa: se siamo abituati a prendercene cura la casa resta pulita e ordinata senza grossa fatica, se invece la abbandoniamo a se stessa viene invasa da polvere, sporcizia, disordine, ragnatele, rovi e rampicanti e farla tornare a brillare è più faticoso, ma pur sempre possibile!
Ebbene, se ti immagini come una bettola prova a cambiare pensiero!
In realtà tu sei una reggia e se inizi a pensarti tale sicuramente troverai un po’ alla volta il modo di vivere nella realtà ciò che hai immaginato. Parti con le “pulizie di primavera”, con il “cambio dell’armadio”, con opere di “bonifica e manutenzione straordinaria” e la tua vita riprenderà a brillare e rifiorire: questa è la felicità!