“Sì! Facciamo la Rivoluzione!
Contro la crisi economica, contro il malgoverno, contro la “Casta”, contro le ingiustizie, contro la disoccupazione, contro il terrorismo, contro le banche che lucrano con i nostri risparmi, contro i ricchi che si sono arricchiti sulle nostre spalle, contro le tasse, contro chi esercita il potere senza alcun rispetto per la dignità dell’essere umano, contro la violenza che dilaga nelle strade e nelle case.
Scendiamo in piazza! Facciamo sentire la nostra voce! Uniamoci per il bene nostro e dei nostri figli!
Abbiamo sopportato abbastanza! Abbiamo riposto la nostra fiducia in persone che non la meritavano! Ora tocca a noi! Riprendiamoci ciò che ci spetta di diritto!
È il momento di agire!”
Chissà quanti leader hanno pronunciato parole simili nel corso della storia, a giudicare dalle innumerevoli rivolte, guerre civili, rivoluzioni, moti d’indipendenza che si sono avvicendati in ogni parte della Terra dall’antichità ai giorni nostri.
Persone che si sono fatte portavoce del malcontento generale e sono riuscite ad accendere gli animi, persone che spesso hanno pagato con la vita la loro audacia, ed ora sono ricordati come martiri della libertà, eroi che hanno dato impulso a svolte epocali, come la caduta delle dittature in luoghi ed epoche diverse, l’affermazione della democrazia e di leggi che garantissero il rispetto dei bisogni e dei diritti umani fondamentali.
Quale Rivoluzione per l’uomo d’oggi?
Anche oggi, qui, di fronte alle difficoltà e alla rassegnazione dell’epoca che stiamo vivendo qualcuno potrebbe aver voglia di passare all’azione. Non sarebbe poi così strano, visto quello che è recentemente accaduto in altri Paesi con situazioni paragonabili a quella italiana. La televisione ci sta abituando alla normalità di scontri di piazza tra manifestanti e “forze dell’ordine”; a volte ‘ci scappa il morto’, ma probabilmente non verrà ricordato come il famoso Spartacus, che guidò una rivolta di schiavi nell’antica Roma, sedata nel sangue, o il mitico Ernesto “Che” Guevara!
Nonostante l’esasperazione delle persone a volte diventi motivo di lotte di piazza, penso che oggi è sempre più difficile unirsi e utilizzare la forza per raggiungere obiettivi comuni. Mi guardo intorno e vedo che le persone sono tendenzialmente chiuse in se stesse. Magari esprimono scontentezza, si lamentano, ma restano passive, hanno maggiore dimestichezza con micro-onde e I-phone che con forconi e fucili, preferiscono guardare in TV l’ultima fiction piuttosto che andare a fare volantinaggio o partecipare ad una riunione della Carboneria…
No! Non è più tempo di organizzare colpi di Stato o imbracciare fucili, anche se la cronaca continuerà a mostrarci scene di violenza, morte e sofferenza.
Credo allora che, oggi,
Sì, è un vero e proprio andare contro corrente, significa mettere in dubbio il pensiero comune, mostrare che la felicità non è un’utopia, irradiare luce in un mondo grigio.
Significa anche constatare che le cose non vanno poi così male, che le persone sono più luminose di quanto sembri, significa diventare complici di una “rivolta non armata”, di un moto che si espande e “conquista cuori e territori” a bassa voce, ma potentemente, lentamente ma inesorabilmente.
Significa cambiare direzione, orientarsi al bello e al bene, pensare agli altri come alleati anziché come nemici, cercare di capirli ponendoci nei loro panni anziché arroccarci sulle nostre posizioni,
Significa volgere lo sguardo alla nostra interiorità immateriale anziché all’esterno, trovarvi luce, gioia, sicurezza e speranza e lasciare andare pensieri mortiferi che ci confondono e ci fanno perdere…
A tal proposito mi sembra interessante il fatto che in Astronomia la Rivoluzione è il moto della Terra intorno al Sole. Insieme agli altri pianeti, la Terra continua a girare vorticosamente, eppure è sempre “inchiodata” sulla sua orbita, grazie alla potente forza d’attrazione del Sole. La nostra Stella garantisce la Vita, insieme alle condizioni ottimali sulla Terra. La sua forza d’attrazione fa sì che il nostro pianeta non se ne vada per la tangente, compromettendo la Vita stessa.
Mi sembra una bella metafora della condizione umana: nel nostro continuo peregrinare, andare di qua e di là in modo disordinatamente ordinato, come formiche in un formicaio, siamo continuamente attratti da tutto ciò che ci fa stare bene, che ci dà sicurezza, protezione, amore. “Gira e rigira” i bisogni, le esigenze, le domande fondamentali ci portano continuamente a cercare fonti di soddisfazione. A volte si tratta di una ricerca estenuante, dai risultati poco soddisfacenti, forse perchè cerchiamo nel posto sbagliato…
Forse possiamo allora iniziare a pensare che è ora di terminare la ricerca, è ora di trovare finalmente ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Cosa ne pensi? Lascia un segno del tuo passaggio, può essere molto prezioso!